Fior di Levante

Le strade locali sull’isola sono quasi vuote e sull’asfalto è più possibile vedere la polvere scivolare, salire e cadere, girata dal vento che una coda di macchine, però nelle vicinanze del capoluogo dell’isola il traffico aumenta ed i motori dei veicoli ansimano ed i contorni delle macchine ondeggiano visti tramite il miraggio dell’aria calda. Nel porto del capoluogo di Zante, vicino alla costa, come un faro orgoglioso si erge la chiesa di San Dioniso, e vicino ad essa un campanile svettante, costruito in stile veneziano. Subito quando ho attraversato la soglia della chiesa, vicino a me è apparso un uomo che con un gesto gentile mi ha gettato un grande scialle sulle spalle. “Devono essere coperte”, ha spiegato. D’accordo, annuisco e stropicciando nelle mani lo scialle di un morbido cotone, giro nella chiesa insieme ad un gruppo di visitatori. Questo tempio, è uno dei pochi edifici sopravvissuti al devastante terremoto che ebbe luogo negli anni ’50 del XX secolo. Dioniso, essendo il santo patrono dell’isola, è per i residenti un personaggio veramente importante, quindi mi sembra giusto cominciare la visita a Zante con l’incontro con il proprio patrono.

In fondo la chiesa di San Dionisio insieme al campanile costruito in stile veneziano.

Sabbia, opale e tappeti

Il vento faceva sventolare le bandiere bianco-blu appese sulle terrazze e balconi, girandole verso la costa. In lontananza, al lungomare vicino al porto risuonava un forte suono delle campane del campanile, diretto verso il mare, della vecchia chiesa di San Nicola, patrono dei marinai. Lì, al ritmo del suono delle campane, dondolavano dolcemente sullo specchio d’acqua del mare le barche da pesca. Alcune di esse nello stesso tempo svolgevano il ruolo delle bancarelle situate sull’acqua, dove i pescatori vendevano i pesci freshi, appena pescati. Con calma davanti ad essi si sono riunite le donne locali, selezionando lentamente i migliori esemplari. L’odore pungente ci accompagnava ancora per lungo tempo, fino al momento in cui abbiamo girato in un vicolo tranquillo, dove dominava un piacevole, caldo odore dei muri riscaldati dei palazzi.

Strade della città assomigliavano un po’ alle strade interurbane dell’isola: di color sabbia, spesso vuote o su cui passeggiavano dei singoli passanti. Quando chiediamo la direzione in cui proseguire per arrivare in piazza, rispondono, gettandoci un allegro: “go ahead!. Andiamo dunque avanti, accompagnati da una brezza costiera, seguendo i vicoli tra le case riscaldate. Una donna anziana con un grembiulino da cucina, camminava felicemente, stringendo tra le braccia le lenzuola fresche appena asciutte, per poi scomparire subito nella porta aperta della propria casa. I palazzi di color sabbia con le persiane verdi di stile veneziano, cominciavano piano piano ad assumere altri colori, ad ogni passo le strade diventavano sempre più affollate e noi cominciavamo a incontrare i primi negozi con i souvenir. La strada principale ed i marciapiedi sono pieni di tappeti e asciugamani colorati con l’immagine della famosa tartaruga caretta caretta: la regina tra la fauna locale e il simbolo dell ‘isola. Alle vetrine delle gioiellerie scintillavano con tutti i colori gli opali, racchiusi nei piccoli contorni ovali degli orecchini e dei bracciali.

Il campanile della chiesa di San Nicola.
I vicoli a Zante
I tappeti con l’immagine di caretta caretta
Una delle “barche-bancarelle” ormai vuote.

Fior di Levante

La piazza di San Marco a Zante, paragonandola a quella veneziana, è piccola e circondata dai numerosi ristoranti, invece la chiesa di San Marco di una facciata di color sabbia, sembra essere timidamente nascosto tra le braccia dei palazzi vicini. L’influenza della Repubblica veneziana su Zante è visibile soprattutto nell’architettura locale che sembra parlarci in italiano, ma basta solamente chiudere gli occhi e affinare gli altri sensi per capire che il posto è completamente diverso e l’odore dell’aria, anche se sembra familiare è veramente del tutto nuovo. Avrei potuto ripetere insieme al poeta Bruno Jasienski “Mi sento così bene, così al mio agio”, però dall’altra parte questo paese era per me del tutto sconosciuto e ho considerato divertente quel complesso di avvenimenti grazie ai quali il mio primo incontro con la Grecia ha avuto luogo proprio a Zante, che per molti secoli rimaneva sotto il dominio della Repubblica di Venezia.


Informazioni pratiche e curiosità:

– Il capoluogo dell’isola è la città portuale con lo stesso nome, Zante, che si trova nella parte orientale dell’isola.Dai paesi turistici che ci si trovano nelle vicinanze, arriveremo a Zante con gli autobus locali (il costo del biglietto: 1,60 € ).Tuttavia, vale la pena rendersi conto della leggerezza con la quale gli autisti greci considerano il senso della puntualità 🙂

– “Fior di Levante” o “Fiore d’Oriente”, ecco come i veneziani chiamavano l’isola di Zante, che ufficialmente finì sotto il dominio della Repubblica nella metà degli anni ’80 del XV secolo. La terra fu quasi deserta dopo le invasioni turche che ebbero luogo negli anni precedenti.Con il tempo, la popolazione dell’isola aumentò grazie alla migrazione dei contadini greci e di quelli del sud d’Italia.

– Nella chiesa di San Dioniso a Zante ci sono le reliquie del santo, il che rende questo luogo molto frequentato non solo dai visitatori stranieri, ma anche i greci. Mentre la chiesa di San Marco, situata sull’omonima piazza al capoluogo di Zante è l’unico tempio cattolico sull’isola.

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